Le mie prigioni
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Le mie prigioni
Resumen
Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sue bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lascio la politica ov’ella sta, e parlo d’altro.
Alle nove della sera di quel povero venerdì, l’attuario mi consegnò al custode, e questi, condottomi nella stanza a me destinata, si fece da me rimettere con gentile invito, per restituirmeli a tempo debito, orologio, denaro, e ogni altra cosa ch’io avessi in tasca, e m’augurò rispettosamente la buona notte.
«Fermatevi, caro voi;» gli dissi «oggi non ho pranzato; fatemi portare qualche cosa.»
«Subito, la locanda è qui vicina; e sentirà, signore, che buon vino!»
«Vino, non ne bevo.»
A questa risposta, il signor Angiolino mi guardò spaventato, e sperando ch’io scherzassi. I custodi di carceri che tengono bettola, inorridiscono d’un prigioniero astemio.
«Non ne bevo, davvero.»
«M’incresce per lei; patirà al doppio la solitudine…»
Tomado de: http://www.orlandofurioso.com/i-grandi-classici/478/le-mie-prigioni-di-silvio-pellico/#sthash.SW6QyG3R.dpuf
Fecha de reseña: 18/07/2016
Editorial
Dominio Público
Materia
Colecciones
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